Museo Etnografico Val Trebbia

Il Museo Etnografico Val Trebbia appartiene a quella nuova genera­zione di esposizioni aperte al pubblico che hanno permesso e pro­mosso una nuova attenzione diffusa per l’istituzione museo.
Da anni in crisi d’identità e di fruizione pubblica, i musei in generale, trovano, verso la fine dello scorso millennio, nuova linfa propositiva nei confronti dell’opinione pubblica e da questa una nuova sensibi­lità e curiosità culturale.
Motivo del risveglio d’interesse nei confronti dell’Ente museale è sicu­ramente la riproposizione di una nuova rappresentanza ideale per la collettività, per il territorio e per la sua economia di risorse naturali, artistiche, d’intrapresa e di cultura diffusa.

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La struttura, nel suo complesso, è composta dalla Sala dell’Accoglienza, la Sala Archivio Fabrizio Bertuzzi Architetto, la Sala del Costume, la Cucina, la Sala del telaio e della tessitura, la Camera da letto, la Falegnameria, la Stalla, la Sala del latte, la Cantina, il Fienile, la Sala della Lavorazione dei Campi, il Granaio e il Portico: 14 locali per circa 2000 tra oggetti, strumenti da lavoro e arredi risalenti dal Seicento fino al primo dopoguerra, un totale di circa 400 metri quadrati di visitabile. L'esposizione continua all'esterno tra cortiletti, passaggi coperti, scalette, corte interna, stallini, che collegavano la parte abitata all’aia, alla corte, alle stalle, ai portici, ai forni a legna, alle fornacette e agli spazi ortivi con percorsi talvolta lastricati con pietre posate a modello accoltellata.
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Testimonianze di vita

Il Museo Etnografico Val Trebbia testimonia la vita quotidiana di intere generazioni nell’eccezionalità delle proprie caratteristiche latitudi­nali e longitudinali, anche se nella omogeneità di alcuni bisogni e nella necessità di doverli soddisfare; con filosofie di vita dettate dalle caratteristiche ambientali ed economiche o dai credo largamente dif­fusi, quest’ultimi in grado di condizionare ed omologare anche intere grandi aree geografiche.

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Rapide trasformazioni e cambiamenti

Nello specifico contesto della VaI Trebbia il mondo tradizionale, sopravvissuto per molti aspetti fino all’immediato secondo dopo­guerra, legato al perdurare di una preponderante economia conta­dina, ha subito successivamente una rapida trasformazione e molti aspetti della cultura autoctona sono via via definitivamente scom­parsi, mentre altri sono giunti fino a noi, seppure modificati ed aggior­nati nelle nuove situazioni.
A questa realtà del mondo si collega, a iniziare dagli anni Cinquanta, una produzione di oggetti di fattura agricola che — senza soluzione di continuità con la produzione del passato in cui l’oggetto, ora bene etnografico, era integrato nella vita dell’individuo e nella cul­tura comunitaria — vengono realizzati a partire dalle stesse tecniche e dagli stessi modelli tradizionali.
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Trasformazioni della cultura locale

...l'abitazione ed una estesa gamma di oggetti della vita quotidiana, gli attrezzi agricoli e gli altri utensili dei mestieri della campagna sono qui rappresentati da svariati reperti, alcuni dei quali peraltro rari ed inconsueti, di sicuro impatto emotivo e di solida portata evocativa; la mostra si presta non solo a carpire le curiosità del turista, ma anche ad offrire un'efficace espressione "del come eravamo", con l'intento di trasmettere a quelli che ci succederanno quello che noi stessi nelle campagne abbiamo trovato...(Fabrizio Bertuzzi in Museo Etnografico Val Trebbia, Piacenza 2001)
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Utilità e artisti­cità

La VaI Trebbia vanta ed intreccia tra loro la forte Natura solo parzial­mente modificata, ma ben inserita, dall’uso agricolo di alcuni terreni e una tradizione culturale pari a poche altre nel mondo. L’Abbazia di S. Colombano è stata al centro, tra l’altro, della nascita e della diffu­sione dell’agricoltura in Europa.
Ecco le ragioni di un Museo Etnografico VaI Trebbia le cui collezioni sono caratterizzate anche dalla presenza di oggetti che racchiudono varie caratteristiche, in particolare quello dell’utilità e della artisti­cità. Pialle del seicento riccamente intarsiate, cavatappi dell’ottocento arricchiti con altorilievi, macchine agricole (ess. La Ventola) che pos­sono essere tranquillamente assimilate alle sculture d’arte moderna. La scelta museale pone l'accento sulla narrazione della vita contadina, offrendo alle nuove generazioni la ricostruzione di un insieme organico che permette di capire lo svolgersi quotidiano dei lavori, delle funzioni e dei riti, prediligendo più la funzionalità degli ambienti e la testimonianza piuttosto che la collezione numerica degli oggetti.
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400 metri quadrati, 14 sale, circa 2000 tra oggetti, strumenti, utensili e arredi.

Il Museo Etnografico Val Trebbia, questa la sua peculiarità, trova collocazione in antiche dimore contadine tipiche dell’architettura rurale dell'Appennino Piacentino, interamente conservate nel loro stato originale con interventi di restauro volti a conservarne le caratteristiche originali. Un nucleo di case, di proprietà della famiglia Magistrati, è rimasto immune dalle trasformazioni edilizie operate negli ultimi decenni volte a ristrutturare manufatti come questi per farli diventare seconde case. Di fronte ad un graduale deterioramento, si poneva la necessità di ridare vita a quelle pietre posate in un costrutto architettonico semplice ma ricche di segni lasciati dall’uomo: finestrelle a tre conci monolitici (che gli studiosi riferiscono alla cultura celtica), porte con cordolatura di stipiti ed architravi ottenuti con grosse pietre squadrate, tetti a copertura in pietra (a ciap in lingua originale) su cantinelle di fattura grossolana, costruzioni senza la calce come legante ma solo la terra rossa. L'esposizione continua all'esterno tra cortiletti, passaggi coperti, scalette, corte interna, stallini, che collegavano la parte abitata all’aia, alla corte, alle stalle, ai portici, ai forni a legna, alle fornacette e agli spazi ortivi con percorsi talvolta lastricati con pietre posate a modello accoltellata. I corpi di fabbrica si sviluppano principalmente su due piani tranne la Sala del Latte, collocata al secondo piano di un corpo di dimensioni ridotte che parte dal cortile interno (dove è collocata anche l’antica vasca). Il piano sotterraneo, che ha sfogo su un cortile interno che di fatto fungeva da cavedio, si raggiunge dall’interno del primo piano attraverso scalette in legno opportunamente ristrutturate o, solo pochi casi, interamente sostituite.
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Attrezzi, macchinari agricoli e antichi mestieri

Il percorso espositivo offrirà l’occasione di potersi accostare ai mestieri e ai modi di praticarli (la coltivazione dei campi, il ciclo dell’uva, la lavorazione del latte, del grano, i lavori artigianali come il falegname o il ciabattino, la tessitura …), agli usi e ai costumi che testimoniano la peculiarità di un’economia rurale presente in Val Trebbia fino agli anni Sessanta del Novecento.
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Attenzione a Istituzioni culturali e alla collettività

Anche il Museo Etnografico Vai Trebbia intende svolgere le attività specificatamente museali quali la raccolta di ulteriore materiale, la conservazione delle collezioni contestualizzandole nel proprio ambiente, lo studio e l’interpretazione del materiale raccolto curandone anche la diffusione.
Presso il Museo ha sede la Fondazione Bertuzzi Fabrizio & Mina Losi. Fondazione che persegue «nell'interesse della collettività diffusa, finalità di tutela, promozione e valorizzazione della cultura rurale del piacentino, con particolare riguardo ai territori collinari e montani; si propone altresì la valorizzazione e promozione del pensiero del suo Fondatore in materia del patrimonio storico-architettonico minore dei borghi collinari.» (Art. 3 dello Statuto).
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Eventi culturali

Ogni seconda domenica di giugno viene organizzata la Festa del Museo, accompagnata dalle musiche e danze dei Canti delle Quattro Province, dagli assaggi dei prodotti tipici locali e dei vini dell’Azienda Magistrati. Sono allestiti eventi culturali come mostre fotografiche o pittoriche che rimangono allestite per tutto il periodo estivo.
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Indirizzo

Località Callegari
29022 Bobbio PC

Telefono

0523.937705

Orari

da Maggio a Settembre nei giorni festivi e prefestivi
dalle 9:00 alle 19:00